Credo che uno degli aspetti più interessanti dell’essere batteristi risieda nella possibilità di creare parti di batteria. E’ uno dei territori nei quali diventa essenziale essere dei veri musicisti. Con i nostri groove e fill possiamo contribuire alla canzone e anche modellare e definire il suono e lo stile di una band.
Più personalità e carisma ha un batterista, più questo è vero. Basti pensare alle volte che riconosciamo un pezzo dopo le prime tre note di batteria per renderci conto dell’importanza delle nostre ritmiche.
Inventare ritmi fa parte del processo di scrittura e arrangiamento di una canzone e qui impareremo come usare un paio di tecniche e idee interessanti.
Per cominciare, non tutta la musica richiede che la batteria sia arrangiata e che ogni groove sia scritto in dettaglio. Il campo di azione possibile va dalla rigorosa composizione nota per nota, fino all’estremo opposto dello stabilire semplicemente un’intenzione riguardo a come le cose dovrebbero essere, sulla base del genere musicale, e poi suonare liberamente.
Nel Jazz di rado è richiesta l’esecuzione di parti specifiche. Al contrario, nel Pop, nel Rock e nella maggior parte della musica moderna non possiamo jammare e sperare che quello che viene fuori sia adeguato.
E’ su questo che lavoreremo oggi. Mentre saper improvvisare è molto importante (dai un’occhiata qui se ti sei perso questo articolo dedicato), e può essere un ottimo modo per saltar fuori con qualcosa di interessante, è ancora più efficace (e appagante) metterci lì e provare una serie di soluzioni finché troviamo dei pattern che funzionano alla perfezione per la musica che dobbiamo suonare.
Ora, considerato che la musica è arte, non esiste un modo assolutamente giusto o sbagliato di fare alcuna cosa. Semplicemente vedremo alcune linee guida che ci permetteranno di muoverci in una direzione costruttiva. Non appena avremo compiuto dei progressi potremo scegliere tra un numero infinito di approcci alternativi.
Detto questo, per gettare delle solide fondamenta studieremo questo argomento applicando un metodo molto semplice, così da rimanere concentrati sull’imparare a scrivere parti di batteria. Faremo uso di una forma canzone di 16 misure, costituita da 8 misure di strofa e 8 di ritornello. Ho scritto un pezzo molto elementare, con un mood vagamente Pop, sul quale allenarsi.
L’idea è di ascoltarlo e di creare un ritmo per la strofa e uno diverso per il ritornello. Per espandere le possibilità a nostra disposizione ed essere più creativi procederemo ragionando in termini di livelli. Questa è una tecnica molto efficace e partiremo dall’approccio di inventare parti che sono via via più complesse.
Possiamo applicare lo schema universale dei livelli ‘Basic – Intermediate – Advanced’ e sperimentare all’interno di questa cornice.
E’ su questa che ho costruito i groove che ho suonato in questo video demo su YouTube: ho eseguito una struttura verse-chorus della durata di 16 misure, una volta per ciascuno di questi livelli. Puoi scaricare la trascrizione completa qui:
Ovviamente l’obiettivo non è necessariamente lo studio dei 3 livelli così come li ho suonati io (ma fai pure se ti piacciono), bensì la scrittura delle tue versioni. Prova a inventare una serie di groove e fill per ogni livello e vedi cosa salta fuori.
Usa i file audio drumless linkati nel Pdf per suonarci assieme e sperimentare con le tue idee. Se possibile, registrati. E’ incredibile rendersi conto del modo in cui la modifica della parte di batteria trasforma radicalmente una canzone. Ho incluso una session di GarageBand che puoi appunto usare per registrare le tue performance e anche per cambiare la velocità del pezzo, per testare ancora più opzioni.
Facendo un ulteriore passo avanti, le cose diventano molto più interessanti (e impegnative) se applichiamo diversi approcci al modo in cui creiamo e concepiamo i vari livelli.
Questi sono alcuni schemi e varianti con i quali possiamo allenarci:
1- Livello di difficoltà, da semplice a complicato, da rarefatto a pieno di note (quello che abbiamo appena fatto).
2- Livello di profondità, densità, ampiezza. Possiamo mettere a fuoco diversi elementi di un ritmo in modo da arrangiarlo in modi molto originali. Dai un’occhiata a questo articolo per saperne di più.
3- Livello di parametri che vengono coinvolti. In questo caso ci concentriamo soprattutto sulla profondità e sulle caratteristiche che scegliamo di manipolare e utilizzare nei nostri beats e patterns. Cose come orchestrazioni, dinamiche, suddivisioni, time feel e così via.
4- Livello di creatività, da convenzionale e anche banale a inusuale, personale e addirittura estremo.
Naturalmente non appena hai trascorso qualche tempo ad approfondire queste idee sulle 16 misure che ti ho dato, l’obiettivo è di fare lo stesso con la musica che suoni, con la tua band e così via.
Questa è una materia che richiede un impegno a lungo termine, studiando, ascoltando e trascrivendo molta musica, registrandoci di continuo, e dedicando tempo a lavorare su questi concetti fino a che iniziamo a notare che siamo in grado, senza alcuno sforzo, di saltar fuori con soluzioni che rendono la canzone migliore, a prescindere dal contesto.
Risorse correlate:
‘Interpretation & Arrangement’ – Altitude Drumming – Volume 9
‘Art & Musicianship’ – Altitude Drumming – Volume 10
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