Per active listening intendiamo quella parte dello studio che viene dedicata all’ascolto di musica in maniera consapevole e con grande concentrazione, con lo scopo di migliorare la nostra competenza musicale.
Mi capita spesso di dire che la musica si impara e si suona a orecchio.
Ho capito questa cosa dopo molti anni di studio sistematico e disciplinato di tutta la teoria, del solfeggio e della tecnica.
A un certo punto ho avuto questa folgorazione, per cui è diventato ovvio che tutta la parte ‘preparatoria’, teorica, concettuale e tecnica, pur necessaria e importante, non conteneva neanche un grammo di musica.
Era necessaria per capirla, la musica, ma non per farla. Perché la musica non è nei manuali, ma nei dischi.
E come si fa a imparare dai dischi? A orecchio… e ascoltando!
Così come imparare perfettamente una lingua, le sue parole e la sua grammatica, non vuol dire essere automaticamente dei poeti, lo stesso vale per la musica.
Quando ascoltiamo musica con attenzione, stiamo formando il nostro concetto musicale.
Stiamo gradualmente plasmando, tramite le influenze di cui ci nutriamo, il nostro stile unico, che a partire dai nostri gusti e condizionamenti culturali e ambientali, si evolverà diventando sempre più colto, raffinato, complesso, ricco di sfaccettature.
Questo però richiede un livello di ascolto che va più in profondità di quello possibile quando teniamo della musica in sottofondo o la ascoltiamo distrattamente.
Ascoltare musica nei modi che vedremo tra un attimo, diventa un essenziale tassello del nostro studio e del nostro bagaglio musicale.
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I musicisti migliori che conosco hanno ascoltato migliaia di dischi e continuo a espandere regolarmente la loro collezione.
E’ essenziale avere nelle orecchie centinaia di dischi e di riferimenti per poter dare il nostro contributo in maniera creativa ma anche appropriata quando tocca a noi suonare una canzone.
Siccome l’obiettivo di fondo di tutta la mia didattica è quello di contribuire a formare dei musicisti che suonano la batteria, e non ‘solo’ dei batteristi, gli ascolti non saranno improntati alla sola comprensione di cosa succede dal punto di vista del nostro strumento, ma anche all’analisi e assimilazione di tutto quello che avviene musicalmente nel pezzo in questione.
Vediamo quindi come farlo in maniera redditizia:
– Ritagliamo almeno una mezz’ora o idealmente il tempo della durata di un intero disco, in un posto tranquillo in cui possiamo concentrarci, e attrezziamoci con delle cuffie (o speakers) di qualità.
– Impariamo innanzitutto ad ascoltare concentrandoci su uno strumento per volta. Ripetiamo un intero ascolto del pezzo in questione per ogni strumento coinvolto. Ascoltiamo poi per coppie di strumenti, o per sezione: sezione ritmica, chitarre, archi, fiati, voci e così via.
– Ascoltiamo concentrandoci ogni volta su un diverso elemento della musica: ritmica, melodia, armonia, dinamiche, arrangiamento, struttura, testo, suono degli strumenti, mix audio.
– Una utilissima abitudine è quella di trascrivere almeno la struttura del brano, e tenere davanti a sé questo spartito su cui avremo annotato tempo, durata di strofe, ritornelli, bridge, e qualche figura obbligata. In questo modo avremo molta più consapevolezza di cosa succede e saremo in grado di assimilare tutto più velocemente e più chiaramente.
– Ascoltiamo tre volte, mettendo a fuoco la prima volta la parte tecnica (fisica) di quello che stiamo sentendo, la seconda volta il livello concettuale (logico/stilistico) e la terza volta il livello emozionale:
1- Parte fisica: cosa stanno suonando tecnicamente, cosa succede dal punto di vista tecnico? Quanta tecnica viene usata, quanta precisione c’è?
2- Parte logica: concettualmente cosa sta succedendo musicalmente in quello che siamo sentendo? Quali idee si sviluppano, tante note, poche, cambi di accordi, cambio di tonalità, aumento di dinamica, figure, stop improvvisi, crescendo di intensità, unisoni, un doppio ritornello, uno shuffle, c’è improvvisazione, è tutto scritto? Notiamo ogni dettaglio.
3- Parte emozionale: emozionalmente cosa trasmette quello che stiamo ascoltando, che sensazione arriva all’ascoltatore?
– La ripetizione è essenziale: se ascoltiamo uno stesso disco per un mese una volta al giorno, ogni nota contenuta in quel disco diventerà parte di noi, e avremo imparato tutto quello che vi è contenuto: melodia, armonia, dinamiche, struttura, arrangiamento, frasi, feeling, e idee di ogni tipo. L’ideale è scegliere un artista, un batterista, un disco, e tuffarcisi dentro per lunghi periodi di tempo. Un esempio: supponiamo di essere dei batteristi Jazz e di dedicare tre mesi all’ascolto di Elvin Jones. E’ praticamente impossibile che il nostro feeling e portamento sul piatto non diventi automaticamente, a causa del solo ascolto, più simile a quello di Elvin. Consiglio caldamente di fare questo esperimento. Scegliamo un batterista che ci piace, e ascoltiamolo tutti i giorni per tre mesi: dischi, concerti, clinics. Alla fine dei tre mesi notiamo cosa è successo al nostro drumming.
– Dedichiamoci a piccoli compartimenti per volta: un batterista, una band, uno stile, un’epoca. In questo modo costruiremo una cultura musicale solida, vasta e completa, da cui potremo attingere in una moltitudine di modi ogni volta che a suonare musica saremo noi.
– Coltiviamo una costante ricerca ed esplorazione di tutto il panorama musicale, presente e passato, in maniera più ampia possibile. Per un musicista è essenziale avere una solida conoscenza della tradizione, ma anche mantenersi aggiornato sulle ultime tendenze, senza disdegnare niente e senza il minimo pregiudizio.
– Il nostro senso estetico tenderà a dettare le scelte su cui ricadranno i nostri ascolti. Se da una parte questo è importante, perché scelte coerenti e in una direzione specifica tenderanno a formare il nostro stile in base ai nostri gusti, dall’altra è necessaria una dose di apertura mentale per lasciare spazio a cose che non sentiamo ancora nostre. Cerchiamo di esplorare anche i generi musicali e gli artisti con cui abbiamo meno affinità. Diamo sempre una possibilità addirittura a quelli che non ci piacciono. Potremmo ritrovarci a sorpresa con nuovi gusti musicali.
– Torniamo regolarmente ad ascoltare per il solo piacere di farlo, come farebbe un non musicista.
Creiamo delle nostre playlist, per ogni artista, epoca, stile, tipo di groove, tempo, feeling. Creiamo playlist con centinaia di riferimenti e coltiviamo questo amore per l’ascolto prolungato e per l’immersione nella musica, imparando ad assaporare ogni dettaglio come se stessimo degustando un buon vino.
Una larghissima fetta della nostra abilità di musicisti risiede precisamente in quanti dischi e quanti riferimenti musicali abbiamo nelle orecchie.
Possiamo iniziare a mettere in pratica alcune di queste idee con un interessante esercizio: prendiamo uno dei nostri dischi preferiti e proviamo ad ascoltarlo con orecchie nuove, usando i concetti che abbiamo appena imparato. E’ un’esperienza incredibile diventare consapevoli di cose che prima non erano lì.
Risorse correlate:
‘Theory & Concepts’ – Altitude Drumming – Volume 1 Share
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