Come uno dei miei mentori (il grande Alfredo Golino) mi ha insegnato, il segreto è buttare le bacchette. Lo puoi verificare facilmente, innanzitutto notando che tutti i grandi batteristi lo fanno, e poi imparando tu stesso questo approccio e vedendone i risultati.
USARE FORZA DI GRAVITA’ E RIMBALZO:
Suonare con una tecnica corretta significa essenzialmente una cosa: non fare fatica.
Per riuscirci dobbiamo evitare di andare contro le forze che mentre suoniamo agiscono su di noi e sulle bacchette.
Queste forze sono la forza di gravità e il rimbalzo delle bacchette.
La prima ci permette di ottenere volume senza spingere, bensì buttando le bacchette nei tamburi e nei piatti.
Mediante la tecnica Moeller, ovunque abbiamo un accento o una orchestrazione sulla batteria sarà sufficiente preparare il movimento aprendo con le braccia in anticipo, in modo che al momento dell’accento siano il peso del braccio e della bacchetta a esercitare una forza verso il basso sufficiente a ottenere tutto il volume che ci serve, senza sforzare.
Maggiore sarà il volume desiderato, maggiore risulterà l’ampiezza del movimento.
Quell’ampiezza costituirà la componente tecnica messa al servizio dell’effetto che vogliamo, giocando d’anticipo e avendo di conseguenza molto più margine e molta più precisione, suono ed efficacia rispetto all’approccio tradizionale e istintivo di spingere i colpi all’ultimo istante come se stessimo piantando dei chiodi con un martello.
Il rimbalzo invece ci permette di ottenere successioni di colpi senza doverli eseguire uno per uno.
Il rimbalzo è energia gratuita a nostra disposizione che dobbiamo solo imparare a gestire perché ci sia enormemente di aiuto.
Una volta messa in moto la bacchetta, i colpi successivi si potranno ottenere controllando con le dita il rimbalzo derivante dall’energia della prima nota.
Il controllo del rimbalzo è fondamentale per suonare la batteria in maniera rilassata, con un bel suono e senza fare fatica.
Come notiamo, entrambe le tecniche consentono di usare quello che già c’è, in maniera intelligente e risparmiandoci gran parte del lavoro.
Per arrivarci è necessario giungere alla completa padronanza delle fondamenta del tamburo:
- Meccanica del movimento.
- Moeller.
BASIC MECHANICS:
La meccanica del tamburo prevede 4 movimenti principali che combinati tra di loro ci consentiranno di eseguire correttamente qualsiasi tipo di colpo.
Si studiano suonando dei quarti molto distanti tra loro, solo coi polsi e a bassa velocità, concentrandosi sull’esattezza del movimento.
Questi movimenti fondamentali si chiamano:
- Full Stroke (parte in alto e finisce in alto). Il Full Stroke è il più importante perché programma la memoria muscolare al controllo del rimbalzo. Per questo motivo è anche il più difficile.
Si esegue partendo da una posizione col dorso della mano e la bacchetta quasi perpendicolari alla pelle del Rullante.
Si usa tutta l’escursione del polso. Si esegue un colpo deciso facendo uno scatto col polso e subito dopo la nota si tira indietro la bacchetta, di colpo, con un movimento immediato che asseconda il rimbalzo e che ci riporta alla posizione di partenza.
All’inizio sarà difficile essere altrettanto veloci quanto il rimbalzo della bacchetta, ma curare questo dettaglio è fondamentale, perché se siamo più lenti del rimbalzo significa che lo stiamo frenando e quindi ne stiamo sprecando una dose. Notiamo che anche solo in questo semplice esercizio, non appena ne avremo la padronanza, otterremo lo stesso risultato con la metà della fatica: anziché pensare il movimento prima in giù e poi in su, muoveremo la bacchetta solo verso il basso, e il movimento verso l’alto sarà dato automaticamente dal rimbalzo e senza alcun lavoro da parte nostra.
- Up Stroke (parte in basso e finisce in alto). Subito dopo per importanza abbiamo l’Up Stroke, poiché è preparatorio e ci mette in condizione di suonare il colpo successivo. Sollevare di più la bacchetta (il braccio con la Moeller) equivale a più potenza e più controllo con meno fatica.
- Down Stroke (parte in alto e finisce in basso). Il Down Stroke è un colpo che parte dall’alto e finisce in basso. E’ qui che dobbiamo buttare le bacchette, usando l’energia potenziale di braccia e polsi sollevati. Non dobbiamo mai forzare il Down Stroke, ma lasciar cadere i colpi, fidandoci del movimento.
La soluzione è buttare le bacchette, ma la tendenza è quella di chiudersi e spingere perché così facendo si ha l’illusione di controllare meglio i colpi. - Tap Stroke (parte in basso e finisce in basso). Il Tap Stroke è il più semplice, si parte in basso e si rimane in basso.
L’obiettivo è avere innanzitutto i vari movimenti perfetti quando suonati individualmente.
E successivamente integrarli l’uno nell’altro senza che si compromettano a vicenda.
Vediamoli in una sequenza Down-Tap-Tap-Up in questo video:
TECNICA MOELLER:
Una volta compresi e sviluppati i movimenti utilizzando la sola azione del polso è fondamentale incorporare l’utilizzo della tecnica Moeller per l’esecuzione degli accenti.
Assieme al controllo del rimbalzo il metodo Moeller è il principale requisito tecnico che dobbiamo avere nel nostro arsenale per suonare la batteria con efficacia e padronanza.
La tecnica Moeller consiste in un movimento a frusta del braccio (durante un Down Stroke) che si genera a seguito di un movimento preparatorio (Up Stroke).
In pratica ogni volta che abbiamo un accento in arrivo, lo prepariamo in anticipo.
Questa preparazione si avvale dell’Up Stroke e viene eseguita sollevando l’avambraccio alle dinamiche medie, e tutto il braccio a quelle più forti.
Tale sollevamento avviene per effetto dell’inarcamento del polso, che possiamo immaginare come legato a una fune e azionato tirando o rilasciando questa fune. Più in alto solleviamo, più anche l’avambraccio e il braccio vengono coinvolti.
Poi, un attimo prima dell’accento, diamo una leggera frustata e simultaneamente lasciamo che la forza di gravità riporti il braccio in posizione di riposo, generando così un Down Stroke rilassato ed efficace, e soprattutto del tutto esente da sforzi.
In questo video vediamo il movimento completo, suonando di nuovo la sequenza Down-Tap-Tap-Up, ma questa volta eseguendo l’Up Stroke con la tecnica Moeller.
Avere totale controllo di questa tecnica ci garantisce una serie di vantaggi:
- Una riserva di potenza e di volume che non richiede il minimo sforzo.
- Un grande controllo della precisione del posizionamento dei colpi.
- Un suono pieno e rilassato.
- Agilità negli spostamenti sullo strumento.
- Facilità di esecuzione tecnica grazie alla preparazione degli accenti in anticipo con l’ausilio dell’Up Stroke.
- Facilità di esecuzione e assoluta precisione e regolarità di suono dei Rimshot sul Rullante.
- Timing impeccabile perché a movimento preciso e sempre identico corrisponde uno spazio percorso sempre identico, e di conseguenza esattamente lo stesso spazio tra le note.
Tuttavia, come per tutte le cose con un grande potenziale, il corretto utilizzo di questa tecnica, anche nella sua forma più semplice, richiede molta attenzione.
Il motivo risiede nel fatto che nel momento in cui si presenta un accento, al movimento del polso si somma quello del braccio.
In pratica abbiamo la sovrapposizione di due movimenti: quello del polso che esegue i Tap Stroke nelle note non accentate e quello del braccio che interviene con Up Stroke e poi Down Stroke per suonare l’accento.
Il punto di partenza per arrivare a questa indipendenza dei movimenti è il ripasso della meccanica di base, rifatta da capo questa volta includendo il movimento Moeller.
E’ importante sottolineare che il movimento del braccio è tanto più ampio quanto sono forti le dinamiche coinvolte, e tanto più compatto quanto sono bassi i volumi.
Ma soprattutto il movimento è ampio alle velocità più basse, e si comprime man mano che aumenta la velocità.
Ad esempio passando da quarti a ottavi, cosa che comporta un raddoppio della velocità, si ha indicativamente un dimezzo del movimento.
Gradualmente si riduce l’intervento del braccio e si lavora solo con l’avambraccio, poi si riduce anche quello dell’avambraccio e si usa solo il famoso whipping motion (movimento a frusta) eseguito col polso.
Alle velocità più alte il movimento diventa quasi impercettibile, ma ne rimane una dose sufficiente a ottenere l’esecuzione dell’accento voluto.
Il segreto è buttare le bacchette. Non spingerle nelle pelli, non provare a colpire troppo forte i tamburi, ma semplicemente lasciare cadere le bacchette verso i tamburi, lasciando che sia la forza di gravità a tirarle verso il basso. Quindi immaginando di ‘buttarle’.
Questo approccio ci permetterà di fare un utilizzo corretto della tecnica Moeller. E’ questa la chiave per suonare senza il minimo sforzo, senza fare fatica.
Sbloccata l’indipendenza con i primi esercizi possiamo iniziare a lavorare sull’integrazione di questi movimenti e utilizzo di queste tecniche in tutto ciò che suoniamo.
Alcuni suggerimenti dalle risorse gratuite del Blog:
- Tecniche Fondamentali di Fraseggio sulla Batteria
- 1 Month Drum Challenge
- 30 Modi per Studiare un Lick di Vinnie Colaiuta
Seguendo questo percorso renderemo del tutto spontanei e automatici i movimenti delle due braccia, a prescindere dalla difficoltà di quello che stiamo suonando.
ARTI INFERIORI:
Capiamo quindi quanto sia vero che la tecnica riguarda soprattutto il controllo e non così tanto la potenza, come può sembrare a un occhio poco esperto.
Per quanto riguarda le gambe lasciamo anche qui che sia il peso dell’arto a determinare il volume. Le gambe sono molto pesanti: se lasciamo che il colpo parta dall’anca il peso stesso della gamba che cade sarà sufficiente a ottenere qualsiasi volume, senza bisogno di spingere e di contrarre i muscoli.
Una sorta di variante del movimento Moeller applicata alle gambe: prepariamo il colpo alzando la gamba dall’anca, e poi lasciandola cadere otteniamo automaticamente il volume e i colpi che ci servono.
La caviglia subentra per controllare i colpi più veloci, come le dita per le mani, e anche qui abbiamo un rimbalzo, dovuto alla pelle ma anche e soprattutto alla molla dei pedali.
Ma il motore del colpo è l’anca, e la fonte del suono è il peso della gamba.
Per concludere, ovviamente questo approccio punta a un ideale, e non mancheranno le situazioni in cui spingeremo dei colpi e suoneremo delle note facendo forza.
Si tratta come sempre di ottimizzare e lavorare su uno standard il più elevato possibile. Anche se non riusciamo a mantenerlo sempre i benefici saranno comunque significativi e faranno la differenza.
Risorse correlate:
‘Hands & Mechanics’ – Altitude Drumming – Volume 2
Drum Technique Booster – The Masters’ Approach
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