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   Il ruolo del batterista, a dispetto dell’evoluzione della tecnica, dei funambolismi vari e dell’utilizzo di elettronica nella musica, è sempre stato fondamentalmente quello di ‘tenere il tempo’ (anche se ovviamente è molto più di questo…).

   O meglio, come mi piace specificare, quello di fornire una pulsazione costante agli altri musicisti.

   E’ un’idea su cui insisto molto, perché capire questo comporta rendersi conto che la pulsazione (il quarto) deve rimanere invariata indipendentemente da come viene suddivisa all’interno di ciò che eseguiamo.

   Un conto è riuscire a farlo mentre suoniamo ottavi per tutto il brano, un altro è quando le suddivisioni si complicano.

   Le difficoltà che emergono sono su due livelli: da una parte ci vuole chiarezza su come suona un quarto diviso in 2, 3, 4, 6, 8, 9 e anche 5 o 7 parti (rispettivamente: ottavi, terzine, sedicesimi, sestine, trentaduesimi, nonine, quintine e settimine).

   Dall’altra, anche se ci è chiaro come suonare ciascuna suddivisione, può essere insidioso suonare delle combinazioni, ossia suonare diverse subdivisions in successione.

   Il che, guarda caso, è esattamente ciò che capita di fare suonando musica, ad esempio nel passare da un groove a ottavi a un fill in sestine.

   E’ purtroppo piuttosto frequente che il batterista nel suonare un fill o una frase complessa distorca la pulsazione perché non gli è chiaro come funzionano le suddivisioni coinvolte.

   Questo, ovviamente, si traduce in un leggero fuori tempo.

   In questa lezione affronteremo la situazione studiando le suddivisioni da diverse angolazioni, progressivamente, in modo da rimuovere qualsiasi esitazione riguardo il loro funzionamento:

  • Suddivisioni fondamentali.
  • Tuplets (gruppi irregolari).
  • Progressioni.
  • Combinazioni.
  • Applicazioni.

   Questi studi ed esercizi ci aiuteranno a sviluppare gradualmente una sicurezza sempre maggiore nel padroneggiare ogni divisione, e inoltre ogni combinazione, dalla più semplice alla più impegnativa.

   Qui trovi il PDF stampabile con le trascrizioni di ogni esempio:

   E’ importante studiare a metronomo ma anche abituarsi a dettare il tempo con sicurezza, soprattutto nelle transizioni, per evitare di delegare al click questo fondamentale aspetto e finire col suonare sempre ‘inseguendo’ il metronomo, invece di assumersi la responsabilità di stabilire e fornire con convinzione la pulsazione.

   A completamento dello studio si potrà provare a orchestrare delle frasi interpretandole sulla batteria, secondo il proprio gusto musicale, e inoltre alternandole a un groove e utilizzandole come fill.

   E’ inoltre utile contare, soprattutto per chi è all’inizio:

  • A ottavi: -1 – and – 2 – and – 3 – and – 4 – and –
  • A terzine: – 1 – and – a – 2 – and – a – 3 – and – a – 4 – and – a –
  • A sedicesimi: – 1 – e – and – a – 2 – e – and – a – 3 – e – and – a – 4 – e – and – a –
  • A quintine e settimine si conta ciascuna nota (ad esempio -1-2-3-4-5-1-2-3-4-5-).

 

SUDDIVISIONI FONDAMENTALI:

   Cominceremo con un ripasso delle suddivisioni più semplici, anche per approfittarne per studiarle a metronomo e assicurarci di avere una solida comprensione degli spazi coinvolti: ottavi, sedicesimi, sestine e trentaduesimi.

   Non ho incluso i quarti in quanto sono stati approfonditi in altre lezioni, come ‘Suonare Avanti o Indietro sul Beat – Corso Completo – Parte 2: Esercizi‘.

   In teoria esistono anche sessantaquattresimi e centoventottesimi (e relative terzine), ma in pratica non li troveremo mai su uno spartito.

 

TUPLETS:

   Passiamo poi a una pagina sui gruppi irregolari (‘Tuplets’ in inglese).

   Non bisogna dimenticare che anche le terzine sono un gruppo irregolare, anche se sono così comuni che ci siamo abituati a percepirle come note semplici.

   In realtà, l’archetto con il ‘3’ posto sopra tali raggruppamenti di note, sta proprio a indicare questo.

   Ovvero che siccome non esistono note del valore che vogliamo rappresentare, prendiamo in prestito i simboli di un altro valore, e li raggruppiamo per creare un gruppo ‘irregolare’ di note, la cui somma dà sempre il quarto o la pulsazione di riferimento.

   Infatti quando scriviamo una terzina di ottavi usiamo il simbolo dell’ottavo, che però vale metà pulsazione/quarto e non 1/3 della pulsazione.

   Ecco il motivo per cui si mette un 3 sopra i tre ottavi raggruppati, che senza questa indicazione avrebbero un valore di un quarto e mezzo anziché di un quarto.

   Un altro modo di capire le terzine è quello di pensare che stiamo mettendo tre note nello stesso spazio in cui di solito ce ne sono due.

   Questi ragionamenti sono applicabili a note di tutti i valori. Esistono infatti terzine non solo di ottavi ma anche di interi, mezzi, quarti, sedicesimi e così via.

   I più comuni gruppi irregolari sono i gruppi di 3 (appunto le terzine), 5 (quintine), 7 (settimine), e 9 (nonine).

   Nel caso delle quintine e delle settimine si prende tipicamente in prestito il simbolo dei sedicesimi: stiamo quindi inserendo nello stesso spazio dove di solito abbiamo quattro note, rispettivamente cinque note e sette note.

   Per quanto riguarda le nonine, in pratica sono un gruppo irregolare dentro un altro gruppo irregolare. Sono terzine dentro le terzine.

   Utilizzatissime in molti generi musicali, le nonine sono raggruppamenti di 9 note, tipicamente ricavate dalle terzine di ottavi, suonando tre note per ciascuna di esse (ci possiamo aiutare con uno sticking RLL-RLL-RLL).

   Se non abbiamo familiarità con le nonine possiamo comunque partire suonando una semplice misura in 3/4, a terzine di ottavi: 3 + 3 + 3 = 9. In questo modo staremo ascoltando una nonina e ne potremo assimilare la tipica cadenza.

 

PROGRESSIONI:

   Una volta che le singole suddivisioni ci sono chiare, è il momento di passare alle progressioni ritmiche, nelle quali eseguiamo diverse suddivisioni in sequenza. E’ qui che verifichiamo quanto è consolidata la nostra pulsazione interna e la nostra comprensione del modo in cui viene suddivisa in ciascun caso.

   Assicuriamoci che il nostro timing non oscilli, soprattutto durante le transizioni.

   Lavoreremo su due versioni:

  • Una progressione di base che incluse solo ottavi, sedicesimi, sestine e trentaduesimi.
  • Una versione avanzata che passa attraverso tutte le suddivisioni, da quarti a nonine, includendo tutti i gruppi irregolari.

   Come discusso in diverse occasioni, suonare la stessa cellula/combinazione di note attraverso una progressione è uno dei modi più efficaci di interiorizzare ciò che stiamo studiando.

 

COMBINAZIONI:

   L’approccio più avanzato e impegnativo allo studio delle suddivisioni consiste nel combinarle tra loro. Transizioni impeccabili da ottavi a sestine, o da terzine a trentaduesimi possono avvenire solo se sappiamo esattamente ciò che stiamo facendo, il che comporta avere assoluta padronanza di ogni suddivisione. 

   Per semplificare il processo, ho creato uno studio in quattro passaggi:

  • Cambio ogni 2/4.
  • Cambio ad ogni quarto.
  • Figure di base.
  • Figure avanzate.

 

APPLICAZIONI:

   Le applicazioni sono infinite. La ragione per la quale ci interessa imparare questo argomento è, come sempre, di essere in grado di usarlo poi per fare musica. Questo non è stato che il lavoro preparatorio, e le applicazioni è dove inizia il bello.

   Siccome si tratta di cose discusse in innumerevoli lezioni e video in questo Blog, ho deciso di evitare di creare duplicati e invece elencare i link di alcuni dei video demo dove puoi vedere le suddivisioni all’opera, così da scaricare il materiale su cui ti interessa lavorare (è tutto gratuito):

   Risorse correlate:
‘Theory & Concepts’ – Altitude Drumming – Volume 1
Quintine sulla Batteria – Grooves – Fills – Loops


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